I nove tipi di fame: chi ha fame lì dentro adesso? (parte 2)

Nell’articolo precedente (puoi leggerlo qui) ho introdotto cinque dei nove tipi di fame che guidano le nostre scelte alimentari quotidianamente. Diventarne consapevoli è sicuramente un grande vantaggio per il nostro benessere psico-fisico, perché ci aiuta ad ascoltare e comprendere meglio i segnali che ci manda il nostro corpo e suoi bisogni nascosti dietro quel campanellino che suona più volte al giorno che chiamiamo fame.

I nove tipi di fame sono connessi a nove specifiche parti del corpo e le prime cinque sono legate agli organi di senso (fame degli occhi, del tatto, delle orecchie, del naso, della bocca); vediamo adesso quali sono gli altri e come possiamo imparare a riconoscerli e a soddisfarli.

  • FAME DELLO STOMACO. La fame dello stomaco si soddisfa con la giusta quantità e la tipologia di cibo che lo fa star bene. Se gli occhi ricercano la bellezza degli alimenti che mangiamo e la bocca i sapori, allo stomaco non gli interessa nulla di tutto ciò: vuole semplicemente essere riempito, è solo questione di volume! Quando è troppo pieno manderà il segnale di disagio, mentre se è vuoto “brontolerà” per farsi sentire. Purtroppo però non sempre sappiamo riconoscere i corretti segnali di fame e sazietà: a volte scambiamo per fame il rumore che fa lo stomaco quando si avvicina l’orario del pasto, semplicemente perchè si è abituato a mangiare a quell’ora; altre invece può succedere che siamo nervosi e mangiamo in tensione, con l’addome contratto, e quindi potremmo mangiare di meno oppure, al contrario, possiamo confondere l’ansia con il brontolio tipico della fame.  Per rientrare in connessione con il nostro stomaco e rieducarci al suo ascolto, possiamo domandargli quanto è pieno per capire il volume di cui ha bisogno (mezza porzione? Una? Due?) e ricordarci di connetterci più volte ad esso mentre mangiamo per essere certi di aver soddisfatto le giuste quantità.
  • FAME DELLE CELLULE. Questa fame è quella con cui nasciamo e con cui il bambino si autoregola fino a che non viene condizionato da input esterni, perdendo a poco a poco la connessione con la propria saggezza interiore. Da adulti ci ricordiamo di questa fame in momenti particolari, ad esempio durante la gravidanza oppur quando stiamo male e non ci richiedono certi alimenti. Tornare a riconoscere questa fame vuol dire riequilibrare la relazione con il cibo: riiniziamo ad affidarci unicamente al nostro guru che è il nostro corpo, ascoltando e rispondendo ai segnali che ci manda. Attraverso la mindfulness possiamo riconnetterci ai bisogni del corpo e soddisfarli, esattamente come qualsiasi animale selvatico.
  • FAME DELLA MENTE. Una fame che conosciamo tutti molto bene perché riguarda i pensieri, le teorie e le informazioni alimentari, le tabelle nutrizionali, ecc. Qualche esempio? “La frutta la mangio agli spuntini perché ho letto che a fine pasto può gonfiare la pancia”, “Ecco, ho rimangiato il gelato questa settimana: anche oggi mi metto a dieta domani!”, “La frutta secca contiene grassi buoni”. La fame della mente è tra quelle che domina di più le nostre scelte alimentari, al punto che la maggior parte di noi oggigiorno mangia affidandosi quasi esclusivamente alle informazioni con cui veniamo in contatto (la dieta del momento, il consiglio del nutrizionista in tv, l’alimento di moda, ecc.), senza filtrarle e verificarle con l’esperienza diretta e la saggezza del nostro corpo. La mente giudica e divide i cibi in giusti o sbagliati, concessi o proibiti, ed influenza così le nostre scelte, allontanandoci sempre di più dall’ascolto dei nostri bisogni sia fisici che emotivi e creando per lo più ansia ogni volta che dobbiamo mangiare (complice anche il mondo della nutrizione che è una giungla, in cui si legge tutto e il contrario di tutto!). L’unico modo per placare la fame della mente è acquietarla: allenando la consapevolezza possiamo pian piano tirarci fuori dal tornado dei pensieri che ci assillano ed essere totalmente presenti ogni volta che dobbiamo mangiare (…e non solo!). E questa è proprio la cosa divertente della mindfulness e della meditazione: usiamo la mente per liberarci dal suo brusio incessante e creare più spazio dentro di essa!
  • LA FAME DEL CUORE. Anche questa fame la conosciamo molto bene perché è quella legata alle emozioni: è quel bisogno di dolce che arriva quando ci sentiamo tristi, soli, insoddisfatti o sotto stress, per esempio. Stessa cosa per le emozioni positive; io ho vissuto la fame del cuore proprio stamattina, mangiando una nespola: mentre la gustavo, mi ha riportato alla mia infanzia, al ricordo di mio nonno che in questo periodo le raccoglieva dal suo albero e me le offriva a merenda: mangiando quel frutto non mi sono nutrita solo di calorie, zuccheri, vitamine e minerali, ma soprattutto di ricordi felici che mi hanno coccolato e scaldato il cuore. Chi ha un cattivo rapporto con il cibo è perché non sa riconoscere la fame del cuore, ovvero non sa riconoscere e rispondere a quell’emozione in maniera adeguata, ad esempio prendendosi una pausa in più se è sotto stress. Nessun alimento potrà mai soddisfare questo tipo di fame. Ciò che invece può farlo è imparare a mangiare con consapevolezza, così da poter essere connessi a noi stessi, capire i nostri bisogni e darci tutto l’amore e l’empatia di cui abbiamo bisogno.

Adesso che conosci i nove tipi di fame non ti resta che esercitarti ogni volta che lo desideri così da riconoscerli e riuscire a mangiare sempre di più con consapevolezza. Per capire quale fame sta guidando le tue scelte ti basterà chiederti: “chi è che ha fame lì dentro?” e fare una pausa prima di mangiare, aspettando che arrivi la risposta. Ovviamente all’inizio ci vuole costanza e allenamento, ma con il tempo ti sentirai sempre più connessa/o al tuo corpo e alla sua saggezza interiore.

Ps: sapevi che a volte la fame che senti potrebbe in realtà essere sete? La prossima volta prova a fare una pausa prima di mangiare qualcosa, bevi un bel bicchiere d’acqua e osserva cosa cambia!

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